Premier League in crisi finanziaria.
Non è certo la prima cosa a cui si pensa, quando si aprono i giornali di questi tempi. però su Le Monde vengono spiegate bene le implicazioni della crisi finanziaria sulla Premier League, dove i proprietari di molti club sono finanzieri o fondi d'investimento, che stanno vivendo un periodo nerissimo...
“Il calcio sull’orlo del crack“.
E’ il titolo di un’inchiesta pubblicata ieri da Le Monde nella quale il
quotidiano francese si sofferma sulle conseguenze devastanti dello
tsunami finanziario nella Premier League. “La crisi dei sbubprime e la
probabile recessione economica del Regno Unito stanno minacciando
l’equilibrio finanziario della maggioranza dei club inglesi” sostiene
Le Monde, secondo il quale alcune delle società calcistiche più ricche
del campionato appartengono a magnati (spesso americani) sommersi dai guai. Tra i casi più eclatanti citiamo il proprietario del Manchester United, lo statunitense Malcolm Glazer, incapace di trovare i fondi necessari per rimborsare il prestito colossale contratto durante l’acquisto dei Red Devils nel 2005.
Oggi, “le banche d’affari della City sarebbero alla ricerca di un
acquirente”. Ma i disagi della squadra più titolata della Premier
League sono soltanto la punta dell’iceberg. Presi alla gola dalle loro
obbligazioni finanziarie, Tom Hicks e George Gillett, proprietari texani del Liverpool F.C., hanno rimandato alle calende greche la costruzione di un nuovo stadio
destinato a sostituire il mitico Anfield Road. Ma i tifosi di capitano
Steve Gerrard possono consolarsi: molto peggio è andato al club rivale
dell’Everton,
ormai ufficialmente in vendita. E che dire dell’agonia in cui rischia
di sprofondare il Tottenham Hotspur in seguito al miliardo di euro
persi dal suo principale azionista, il magnate britannico Joe Lewis,
con il fallimento di Bear Stearns? La lista purtroppo non si ferma qui.
Il collasso dell’economia islandese sta mettendo nei guai il presidente
del West Ham, l’imprenditore Bjorgolfur Gudmandsson, già in difficoltà dopo il fallimento della compagnia aerea low-cost XL (sponsor principale del West Ham), mentre la caduta libera delle vendite di Sports Direct, una catena di dsitribuzione specializzata negli articoli sportivi, ha costretto Mike Ashley a mettere in vendita il Newcastle.
(panorama.it)
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| inviato da
JPier il 9/10/2008 alle 20:25 | |