Previti: la mossa del felino.
Quello che è successo oggi è quello che si temeva, conoscendo Previti, e stimandolo il poco che merita politicamente (almeno) non poteva andare diversamente.
I fatti sono questi: oggi la Camera votava la decandenza da deputato di Previti, il quale è un condannato con sentenza definitiva (è bene ricordarlo: primo grado, appello e Cassazione) per ben due reati, e tra le pene accessorie c'è l'interdizione dai pubblici uffici. Previti quindi illegalmente
continuava a ricoprire la carica di deputato con tutti i privilegi che esso comporta. Del resto Previti era condannato, per via dell'età (73) inidonea al carcere, a svolgere attività di utilità sociale, ovviamente gratuita, e lui prestava servizio come avvocato presso un'associazione di recupero di tossicodipendenti. Va detto in agiunta, che Previti si è sempre considerato innocente, nonostante le sentenze, e che Forza Italia e AN lo hanno sempre difeso e entrambe si sono schierate per rigettare le sue dimessioni. Va detto infine che Previti si è appellato al Tribula Internazionale dei Diritti dell'uomo, dichiarandosi un perseguitato dalla giustizia: ciò lo ha portato a dire che la sua condanna non è definitiva, inventandosi un quarto grado di giudizio che in Italia non esiste.
Detto tutto questo,a rriviamo ad oggi e al voto per la decandenza. Generalmente il voto è palese, nel senso che tutti sanno chi vota cosa. Era dunque prevedibile una facile vittoria dei SI e quindi la decandenza di Previti da deputato. Ma ecco il colpo di teatro (prevedibile): Previti si dimette da deputato e fa leggere alla Camera dal capogruppo di Forza Italia Elio Chito la lettera di dimissione, nella quale si sentono parole e frasi deliranti quali "Lascio da innocente" et similia.
Ma il colpo di teatro non è questo, è un altro, è la conseguenza delle dimissioni. Infatti ora la Camera non dovrà più votare la decadenza dal ruolo di deputato, ma dovrà votare l'accettazione o meno delle dimissioni di Previti, e ciò comporta un diverso sistema di voto. Tra le altre cose, il più importante è lo scrutigno segreto, cioè ognuno non sa quello che vota l'altro. In questo modo, va da sè, Previti spera di ottenere dei voti di fiducia anche dalla maggiornza, creando così un terremoto al Parlamento, dato che difficilmente si potrebbe sopportare la non accettazione delle dimissioni di Previti.
In realtà difficilmente la maggioranza potrà fargli questo favore, e le sue dimissioni varranno per quello che sono, con al più un addio da parlamentare non già da decaduto, ma da dimissionario con bella lettera di innocenza lanciata nell'aeree di Montecitorio.
E' il graffio del felino.
Mentre scrivo, è avvento il voto.
La Camera ha accetatto le dimissioni di Previti.
Previti, da oggi, non è più un deputato della Repubblica.
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JPier il 31/7/2007 alle 16:56 | |